Ukulele Soprano, Concerto o Tenore: Guida alla Scelta della Taglia Giusta

Solitamente si inizia con un ukulele soprano. Quando pensi di essere diventato bravo, allora potrai sentire l'esigenza di suonare un concerto o un tenore. Ma solo quando lo sarai davvero, tornerai a suonare il soprano.

Luca Scalco

Quando parliamo di ukulele, ci immaginiamo una piccola chitarra con un suono squillante ed allegro, ma è bene sapere che ci sono diverse taglie e modelli. Oggi parleremo delle taglie standard, ossia quelle maggiormente utilizzate e diffuse.

La taglia più piccola è quella soprano, l'ukulele così come è stato pensato dai primi liutai portoghesi sbarcati nelle isole Hawaii. Il tenore è invece la taglia più grande, con una tastiera più lunga e generalmente qualche tasto in più, oltre alla cassa armonica più voluminosa. Infine, c'è la taglia concerto, che è esattamente al centro tra le due misure.

Come cambia il suono al variare delle dimensioni?

Le taglie standard utilizzano comunemente la stessa accordatura e avranno quindi efficienze differenti. Ma facciamo un passetto indietro e cerchiamo di capire assieme cosa significa "efficienza della corda", un elemento molto importante per capire la differenza di timbro nelle diverse taglie. Immaginate di accordare una corda montata sul vostro strumento, salendo sempre più in alto fino a farla spezzare: registrando la frequenza (ossia la nota emessa) prima della rottura, avremmo trovato il punto di rottura di quello specifico materiale, che sia Nylon, Nylgut, Carbonio, ecc.

Posso aumentare quanto voglio il diametro della corda, ma si romperebbe sempre sulla stessa nota (o per essere precisi, in uno stesso range di note). Più una corda è accordata vicino al suo punto di rottura, più sarà efficiente. Nota bene: con l'aumento del diametro, aumenterò la tensione della corda, ossia quanto "dura" sarà se provo a schiacciarla o pizzicarla, ma il suo punto di rottura resterà sempre lo stesso.

L'efficienza nell'orchestra d'archi

L'orchestra d'archi è un esempio perfetto per capire cos'è l'efficienza di una corda. Prendiamo l'esempio del violino: è uno strumento con un'accordatura molto vicina al punto di rottura, e non di rado si vede un violinista che, accordando soprattutto i cantini, spezza una corda. Il suono entra nella testa, nelle orecchie, è brillante e incisivo. La cassa armonica è minuta ma il suono è straordinariamente forte. È il tipo di strumento e accordatura più diffusa tra i solisti, che prediligono un suono con un ottimo attacco e poco sostegno.

Il contrabbasso, al contrario, ha un'accordatura lontana dal punto di rottura. Il suono entra nella pancia, è caldo e percussivo. La cassa armonica è imponente e il suono risulta persistente anche a lunga distanza, con un attacco peggiore ma con un ottimo sostegno, ideale per l'accompagnamento. Per chi non lo sapesse, l'attacco è il segmento iniziale dell'emissione del suono, mentre il sostegno rappresenta per quanto tempo il suono dura.

I liutai, nel corso della storia, avevano ben in mente il concetto di efficienza e hanno cercato da sempre di valorizzare le forme dello strumento per esaltare al meglio la corda montata.

Origine dell'ukulele e della sua accordatura

L'ukulele, in effetti, era nato rispettando questa regola, suonando nei suoi primi modelli come una sorta di piccolo mandolino. Tuttavia, l'accordatura GCEA che utilizziamo oggi in larga parte si è diffusa in circostanze diverse e, contrariamente a quanto accade negli strumenti classici, l'ukulele più piccolo, il soprano, presenta un'accordatura lontana dal punto di rottura e quindi poco efficiente, dal suono caldo e "panciuto".

A partire dagli anni Venti, l'industria musicale ha introdotto nel mercato statunitense una nuova taglia, la tenore, con una tastiera più lunga e quindi una maggiore lunghezza vibrante. Questo esalta le caratteristiche di un suono più ricco e potente, proprie di un'accordatura più vicina al punto di rottura. Aumentando infatti le dimensioni dello strumento ma mantenendo la stessa accordatura, ci avviciniamo al punto di rottura e quindi a una maggiore efficienza della corda. Questo cambia anche il timbro, che risulta più metallico e, semplificando, più chitarristico. Il concerto, ancora una volta, è esattamente nel mezzo.

I differenti timbri delle taglie

Il risultato è che il soprano risulta perfetto come strumento di accompagnamento, mentre il concerto e, ancor di più, il tenore tendono ad avere caratteristiche più vicine al suono dei solisti, brillante e metallico. Ovviamente, la cassa armonica più grande nel concerto e nel tenore dona al suono una maggiore ricchezza di armonici, pur mantenendo il timbro metallico. Nel video che riportiamo qui sopra avrai modo di sentire la differenza di timbro tra queste tre taglie.

Ma perché accordiamo l'ukulele in GCEA?

Qui la storia si complica, ma in estrema sintesi possiamo dire che i precursori dell'ukulele sono senza alcun dubbio il machete (grande come un ukulele tenore, a cinque corde accordate D-G-C-E-A) e la braguinha (grande come un soprano, accordato D-G-B-D). Il machete si diffuse tra le popolazioni rurali, assumendo il nome di taropatch. L'ukulele rimase legato alla braguinha fino alla fine del secolo, mantenendo l'accordatura originale, come spiegato nel libro "Original Method and Self-Instructor on the Ukulele" del 1915. Invece, alla fine del 1900 si diffuse l'uso dell'accordatura del machete sull'ukulele, sfruttandone le prime quattro corde. Il primo documento che fa esplicito riferimento all'attuale accordatura GCEA è contenuto nel manuale "The Ukulele, a Hawaiian Guitar and How to Play It" del 1910. Questa accordatura risultò la più apprezzata dai musicisti che arrangiavano brani e la resero popolare.


Per concludere, non esistono regole che stabiliscano quali taglie siano le migliori e, soprattutto, non esistono limiti come mani troppo grandi o troppo piccole per una taglia piuttosto che un'altra. Ogni taglia ha un timbro particolare, che potrà comunque variare leggermente in base al tipo di corda montata e al legno con cui è realizzato l'ukulele.

Il Soprano

Ha un suono riconoscibile, tipico dell'ukulele: caldo, "panciuto", ideale per sostenere la voce nel canto, creando un tappeto sonoro che lascia emergere la linea vocale. Nel fingerstyle risulta più "sporco" e meno preciso, il che non è necessariamente un'accezione negativa.

Il Concerto

È una via di mezzo, ideale per chi non vuole allontanarsi troppo dalla sonorità del soprano ma desidera un timbro leggermente più brillante e una tastiera un po' più comoda. Si potrebbe dire che non è "né carne né pesce", ma allo stesso tempo è la taglia perfetta proprio perché esattamente al centro.

Il Tenore

È una taglia molto apprezzata tra i chitarristi e i solisti, forse per il timbro più metallico e affine allo strumento che già suonano. Questa misura perde un po' l'identità sonora dell'ukulele, entrando in registri più chitarristici. Con il suo ottimo volume, nel fingerstyle dona il meglio di sé: il suono arriva subito al massimo volume ma si spegne molto presto, ideale per passaggi rapidi. Negli accordi, la cassa armonica più grande gli dona un suono molto ricco che si sovrappone alla voce.

See the author's articles
Luca Scalco

Due parole su di me...

Ciao, sono Luca! Se mi leggi qui, probabilmente condividiamo una grande passione: quella per l'ukulele. La mia avventura con questo strumento è diventata un lavoro, anzi due!

Da oltre 15 anni lavoro al Mercatino dell'Ukulele, dove ho avuto il piacere di aiutare migliaia di persone a trovare il loro strumento. In più, ho il privilegio di lavorare in Aquila Corde, dove vedo nascere l'innovazione che fa suonare gli ukulele di tutto il mondo.

In questo blog, il mio obiettivo è semplice: usare la mia esperienza per rispondere alle tue domande, risolvere i tuoi dubbi e condividere consigli pratici. Voglio aiutarti a goderti al massimo il tuo ukulele, proprio come faccio io ogni giorno.

Buona lettura e buona musica!

Comments (0)

No comments at this moment
Prodotto aggiunto alla lista dei desideri
Prodotto aggiunto alla comparazione.