Quando parliamo di ukulele ci immaginiamo una piccola chitarra con un suono squillante ed allegro ma è bene sapere che ci sono diverse taglie e modelli di ukulele.

Oggi parleremo delle taglie standard ossia quelle maggiormente utilizzate e diffuse.

La taglia più piccola e quella soprano l'ukulele così come è pensato dai primi liutai portoghesi sbarcate nelle isole hawaii.


Il tenore è invece la taglia più grande con una tastiera più lunga è generalmente qualche tasto in più oltre alla cassa armonica più voluminosa ed è infine la taglia concerto che è esattamente al centro tra le due misure.

Ma come cambia il suono al variare delle dimensioni dell'ukulele?  

Le taglie standard utilizzano comunemente la stessa accordatura  e avranno quindi efficienze differenti ma faccio un passetto indietro e cerchiamo di capire assieme cosa significa "efficienza della corda" elemento molto importante per capire la differenza di timbro nelle diverse taglie. Pensate di accordare una corda montata sul vostro strumento andando sempre più in alto fino a farla spezzare: registrando la frequenza, ossia la nota emessa prima della rottura della corda, avremmo trovato il punto di rottura di quello specifico materiale che compone la corda, che sia Nylon, Nylgut, Carbonio eccetera.

Potrò aumentare quanto voglio il diametro della corda ma si romperebbe sempre alla stessa nota o per essere precisi in uno stesso range di note; più una corda è accordata vicino al punto di rottura più sarà efficiente. Nota bene con l'aumento di diametro aumenterò la tensione della corda ossia quanto dura sarà
se provo a schiacciarla o pizzicarla ma il suo punto di rottura sarà sempre lo stesso.

L'efficienza nell'orchestra d'archi.

L' orchestra d'archi è un esempio perfetto per capire cos'è l'efficienza di una corda prendiamo l'esempio del  violino che è uno strumento con un accordatura molto vicina al punto di rottura non di rado si  vede un violinista che accordando, soprattutto i cantini, spezza una corda.

Il suolo entra nella  testa, nelle orecchie è brillante, incisivo, la cassa armonica e minuta ma il suono è straordinariamente forte è il tipo di strumento e accordatura più diffusa tra i solisti che prediligono un suono con un ottimo attacco e poco sostegno

Il contrabbasso di contro a un accordatura lontana dal punto di rottura il suono entra nella pancia è caldo e percussivo la cassa armonica è imponente  e il suono risulta persistente anche a lunga distanza con un peggior attacco ma con un ottimo sostegno ideale per l'accompagnamento. 

Per chi non lo sapesse l'attacco al segmento iniziale dell'emissione di armoniche, in sostanza il primissimo suono che si sente mentre il sostegno rappresenta quanto tempo dura il suono.

I liutai nel corso della storia avevano ben in mente il concetto di efficienza e hanno cercato da sempre di valorizzare le forme dello strumento per meglio valorizzare la corda montata.

Origine dell'ukulele

L'ukulele in effetti era nato proprio rispettando questa regole suonando nei suoi primi modelli come una sorta di piccolo mandolino come vedremo più tardi ma l'accordatura utilizzata oggi in larga parte GCEA si è diffusa in circostanze diverse e contrariamente a quanto accade negli strumenti classici l'ukulele più piccolo, il soprano, presenta un accordatura lontana dal punto di rottura e quindi poco efficiente dal suono caldo e panciuto.

A partire dagli anni venti l'industria musicale ha introdotto nel mercato statunitense una nuova taglia, la tenore, con una tastiera più lunga e quindi una maggiore lunghezza vibrante che esalta le caratteristiche di un suono più ricco e potente proprie di un accordatura più vicina al punto di rottura: aumentando infatti le dimensioni della tastiera della cassa armonica, mantenendo la stessa accordatura, ci avviciniamo più al punto di rottura e quindi ad una maggiore efficienza della corda ma cambiando anche il timbro che risulta più metallico e, semplificando, più chitarristico; il concerto è ancora una volta esattamente nel mezzo.

I differenti timbri

Il risultato è che il soprano risulta perfetto come strumento di accompagnamento mentre il concerto è ancor più il tenore tendono ad avere caratteristiche più vicine al suono dei solisti, dal suono brillante e metallico; ovviamente la cassa armonica più grande nel concerto e ancor più nel tenore donano al suono una ricchezza di armonici maggiore pur mantenendo il timbro metallico.

Nel video che riportiamo qui sopra avrai modo di sentire la differenza di timbro tra queste tre taglie.

Ma perchè accordiamo l'ukulele in GCEA?

Vediamo perché accordiamo così l'ukulele: qui la storia si complica ma in estrema sintesi possiamo dire che i precursori dell'ukulele sono senza alcun dubbio il machete grande come un ukulele tenore strumento a cinque corde accordate re sol do mi e la e la braguinha grande come un soprano accordato re, sol, si re il machete si diffuse tra le popolazioni rurali assumendo il nome di taropatch dal nome delle piante coltivate dai contadini.

L'ukulele rimase fino alla fine del secolo è legato alla braguinha mantenendo l'accordatura originale come spiegato nel libro "Original method and self instructor on the ukulele" del 1915 scritto da Santos e Nunes i nipoti dei primi liutai inventori dello strumento. Invece alla fine del 1900 si diffuse l'utilizzo dell'accordatura del machete nell'ukulele sfruttando le prime quattro corde di quest'ultimo: il primo documento che fa esplicito riferimento all'attuale accordatura GCEA  è contenuto nel manuale "The Ukulele a Hawaiian Guitar and how to play it" del 1910 questa accordatura  che ancora oggi utilizziamo è risultata la più apprezzata dai musicisti che arrangiavano brani  e la resero popolare nell'ukulele.


Per concludere non esistono regole che stabiliscono quali tagli siano le migliori e soprattutto non esistono limiti fisici in particolari mani troppo grandi o troppo piccole per adattarsi meglio ad una taglia piuttosto che un'altra e non è vero che certi generi si possono fare solo su certe misure.
Ogni taglia ha un timbro particolare che cercheremo di riassumere a breve ma che potrà comunque variare leggermente in base al tipo di corda montata e al tipo di legno con il quale è realizzato l'ukulele.


Il soprano ha un suono riconoscibile tipico dell'ukulele caldo pancioso ideale per sostenere la voce nel canto che mi fa da tappeto alla linea vocale lasciandola emergere in tutta la sua bellezza; nel fingerstyle risulta più sporco e meno preciso il che non è necessariamente un'accezione negativa.

Il concerto è una via di mezzo tra le due taglie ideale per chi non vuole allontanarsi troppo dalla sonorità del soprano ma desidera comunque un timbro leggermente più brillante e una tastiera un po più lunga si potrebbe dire che non è né carne né pesce ma allo stesso tempo considerarla la taglia perfetta perché esattamente al centro tra le due misure.

Il tenore è una taglia molto apprezzata tra i chitarristi e solisti in generale forse per il timbro più metallico più affine allo strumento che già suonano o forse per l'idea di una tastiera più ampia questa misura perde un po l'identità sonora dell'ukulele entrando in registi più chitarristici comunque apprezzabilissimi in molte varianti musicali con un ottimo volume e nel fingerstyle dona il meglio di sé con un suono che arriva subito al massimo volume ma che si spegne molto presto ideale per passaggi molto rapidi e negli accordi la cassa armonica più grande  gli dona un suono molto ricco che si sovrappone alla voce creando un suono molto pieno.



"Solitamente si inizia con un ukulele soprano, quando pensi di essere diventato bravo  allora potrai sentire l'esigenza di suonare un concerto o un tenore ma solo quando lo sarai davvero tornerai a suonare il soprano"
Luca Scalco


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